Negli ultimi anni, l’Intelligenza artificiale (IA) ha avuto un forte sviluppo in ambito sanitario, tanto che Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, l’ha definita un’“innovazione dirompente” nel 2023.
L’uso iniziale si è concentrato sulla diagnosi per immagini (radiologia, dermatologia, oncologia, elettrocardiografia e retinopatia), permettendo confronti con vasti database per una maggiore precisione diagnostica. Col tempo, l’IA è stata applicata a quasi tutti i settori medici, modificando i paradigmi tradizionali, ma sollevando interrogativi etici e deontologici, in particolare per il rapporto medico-paziente.
L’Oms, già nel 2021, ha fornito linee guida etiche per l’uso dell’IA in sanità, sottolineando principi come autonomia umana, privacy, equità, sicurezza, trasparenza e responsabilità. In teoria, l’IA può rispettare tali principi, ma resta la preoccupazione sull’opacità dei sistemi basati sul deep learning, che rendono difficile per i medici comprendere i criteri delle decisioni fornite.
Per questo motivo, è essenziale una formazione specifica per i medici, affinché possano interpretare e validare le decisioni dell’IA, garantendo al paziente un uso consapevole e sicuro di questi strumenti, che diventano di fatto dispositivi medici sotto la responsabilità del professionista.