La fotografia odontoiatrica aiuta nella documentazione clinica e nella comunicazione medico-paziente, oltre ad essere un potente strumento di marketing, di formazione professionale e un ausilio determinante per la tutela legale in caso di contenzioso medico-paziente.
Ad approfondire il tema della fotografia odontoiatrica è stato un incontro formativo organizzato nella sede di Enpam dall’Associazione Piazza Vittorio Aps con il supporto di Sony. Relatori l’odontoiatra Stefano Loghi e Thierry Triolo, esperto di fotografia.
Entrambi tengono periodicamente corsi e relazioni e collaborano con università e società scientifiche del settore odontoiatrico.
PERCHÉ FOTOGRAFARE?
Negli anni la fotografia odontoiatrica, come la fotografia in generale, ha subito notevoli cambiamenti, soprattutto per via dell’evoluzione della tecnologia. Ma quella odontoiatrica rimane non solo un complemento della pratica clinica, ma un vero e proprio strumento di lavoro indispensabile.
Un’immagine ben realizzata, è stato ricordato, permette al medico di monitorare i progressi delle terapie, documentare il prima e il dopo di un trattamento e confrontare le diverse fasi di un caso clinico.
Inoltre, la fotografia è essenziale per la comunicazione con il paziente: un’immagine chiara e dettagliata aiuta il professionista a spiegare con maggiore efficacia il percorso terapeutico, aumentando la fiducia del paziente.
“Pensiamo, ad esempio, a un trattamento ortodontico: mostrare al paziente la posizione iniziale dei denti e i progressi ottenuti lo aiuta a comprendere il valore del lavoro svolto e ad accettare eventuali tempistiche più lunghe con maggiore serenità”, dice Loghi.
Anche nella comunicazione tra odontoiatra e odontotecnico, la fotografia gioca un ruolo chiave.
In un restauro protesico, per esempio, una foto ben realizzata permette al laboratorio di lavorare, vedendo anche l’immagine della bocca del paziente, del sorriso, della tessitura del dente e di realizzare una protesi il più fedele possibile, riducendo il rischio di rifacimenti.
Infine, la fotografia ha un valore medico-legale, costituendo una documentazione chiara e inequivocabile del caso clinico, utile in caso di contenzioso con il paziente o richieste assicurative. E per essere certi del valore legale delle proprie foto, viene consigliato di scattare in formato Raw.
ATTREZZATURE E STRUMENTI
Per ottenere immagini di alta qualità è ovviamente importante poter disporre della giusta attrezzatura, ma non è necessario possedere la macchina fotografica più costosa sul mercato. Fondamentale è conoscerne le impostazioni dello strumento e utilizzarlo al meglio.
Le moderne mirrorless offrono una grande versatilità e una qualità d’immagine eccellente, con il vantaggio di essere più leggere e maneggevoli rispetto alle reflex tradizionali.
L’obiettivo macro è un altro elemento imprescindibile, in quanto consente di catturare i dettagli intraorali con il massimo del dettaglio. Ad esempio, in un caso di usura dentale avanzata, l’utilizzo di un obiettivo macro permette di documentare la superficie dei denti con estrema nitidezza, aiutando l’odontoiatra a valutare il grado di abrasione e a confrontarlo nel tempo.
L’illuminazione è altrettanto fondamentale. Un flash ad anello o un doppio flash laterale, garantiscono una luce uniforme e naturale, eliminando ombre indesiderate che potrebbero alterare la percezione dei dettagli.
Inoltre, l’uso di una tavola di riferimento per il bilanciamento del bianco aiuta a mantenere la fedeltà cromatica tra un’immagine e l’altra, un aspetto cruciale quando si devono documentare restauri estetici o selezionare il colore di una protesi.
Infine, per una corretta gestione delle immagini, è consigliabile utilizzare un software di archiviazione e modifica che permetta di organizzare i file in modo sistematico e ottimizzare le foto per una migliore leggibilità.
Un caso tipico in cui il software diventa essenziale è la creazione di un dossier fotografico pre e post trattamento per la documentazione clinica e la presentazione di casi in ambito didattico o congressuale.
TECNICA E IMPOSTAZIONI
Uno degli aspetti fondamentali della fotografia odontoiatrica è la standardizzazione delle immagini.
“Non possiamo permetterci di fotografare lo stesso paziente con luci e settaggi diversi” è stato sottolineato. Per questo, è stato elaborato un protocollo fotografico che garantisce uniformità e riproducibilità.
Le principali impostazioni consigliate sono:
- Diaframma chiuso (f/22): per ottenere una maggiore profondità di campo;
- Iso elevati (1000-2000): per compensare la chiusura del diaframma senza perdere qualità;
- bilanciamento bianco manuale (5500K): per mantenere coerenza cromatica tra immagini;
- illuminazione adeguata: per evitare ombre indesiderate e assicurare una buona esposizione.
Ad esempio, in un caso di documentazione ortodontica, il diaframma chiuso a f/22 garantisce che tutti i denti, sia anteriori che posteriori, siano perfettamente a fuoco.
L’uso di un bilanciamento del bianco corretto evita variazioni cromatiche tra una visita e l’altra, assicurando immagini coerenti nel tempo.
Un altro esempio pratico riguarda la fotografia di lesioni o patologie del cavo orale.
Per documentare con precisione un’ulcera o una pigmentazione anomala, un settaggio accurato della luce e dell’Iso permette di catturare ogni minimo dettaglio, rendendo le immagini utili non solo per la diagnosi, ma anche per il confronto nelle visite successive.
L’IMPORTANZA DELLA LUCE
“Fotografare significa disegnare con la luce” è stato ricordato, sottolineando come una corretta illuminazione sia cruciale. Nel contesto odontoiatrico, il flash svolge un ruolo determinante, l’uso di un sistema di illuminazione stabile aiuta a mantenere la coerenza cromatica, evitando variazioni di tonalità tra un’immagine e l’altra.
FOTOGRAFIA E COMUNICAZIONE
Oggi la fotografia odontoiatrica non si limita alla semplice documentazione clinica, ma diventa uno strumento di comunicazione efficace, sia in ambito medico che nel marketing.
“I social media sono diventati una vetrina importante per il dentista, ma l’immagine deve essere di qualità per trasmettere professionalità e competenza”, hanno ricordato Loghi e Triolo. “Avere un piccolo set fotografico nello studio – è il loro consiglio – consente di realizzare ritratti professionali dei pazienti, aumentando l’engagement sui social e migliorando l’immagine dello studio”.
IL FUTURO
Nell’immediato futuro sarà indispensabile saper fotografare e gestire un’immagine in modo da essere integrata, mediante software dedicati del settore, alle impronte digitali e alle radiografie dei pazienti.
In questo modo “si riesce a creare una sorta di avatar del paziente. Vengono ‘virtualizzate’ tutte le strutture dure e molli della faccia del paziente, potendo gestire al meglio sia la funzionalità sia l’estetica, rendendo ancora più predicibile il risultato finale. Questo perché le immagini vengono visualizzate da tutti gli operatori che concorrono a una riabilitazione, che sono chiamati a svolgere in equipe progetti riabilitativi, anche complessi”.
Norberto Maccagno