Un antico aforisma recita “Non c’è medico che non sia filosofo”.
Giorgio Cosmacini, storico della Medicina, nella prima delle quattro parti in cui è articolata questa cospicua raccolta trentennale di saggi, indaga la relazione (reciproca) tra Medicina e Filosofia e la sua evoluzione nei secoli.
Dai privilegi sacrali degli Asclepiadi al Giuramento di Ippocrate, l’indagine spazia fino alla costituzione degli Ordini professionali e del Codice deontologico con il forte richiamo ai principi etici della solidarietà umana.
È questa l’era di una “nuova storia” della medicina, non più soltanto intradisciplinare e tecnica, ma anche estesa alla sanità nel suo complesso sociale, economico e politico, spiega l’Autore con accuratezza.
La seconda parte intitolata “La paura nella storia, storia delle paure”, tratta degli eventi tragici che da sempre incombono sull’umanità, quali contagi, epidemie, carestie, migrazioni, persecuzioni razziali e pregiudizi morali.
Nei testi ripercorriamo, tra l’altro, la storia della lotta alla “grande peste bianca” (la tubercolosi) e la scoperta della streptomicina, potente antibiotico antitubercolare che nel 1952 valse al medico microbiologo ebreo-ucraino naturalizzato statunitense, Selman Abraham Waksman, il premio Nobel.
Viene analizzata la teoria della “biotipologia umana” di Nicola Pende, tra i firmatari nel 1938 del “Manifesto degli scienziati”, che durante il regime fascista servì per legittimare l’antisemitismo.
Le famigerate leggi razziali scacciarono dalle università italiane insigni docenti e studenti di religione ebraica, inclusa la giovane ricercatrice Rita Levi Montalcini, costretta a rifugiarsi in Belgio.
La terza parte riporta una serie di articoli giornalistici su questioni (che restano) di bruciante attualità.
Eccone alcune. La globalizzazione microbica, che risale al Trecento con la peste che arriva dall’Asia. La distinzione tra “autocura” e “automedicazione”, la differenza tra “prevenzione primaria” basata sullo stile di vita corretto e “prevenzione secondaria” basata sugli screening (che in realtà è “predizione clinica”). Le disposizioni di fine vita, il cosiddetto “testamento biologico”, che l’Autore propone di chiamare “testamento biografico”. La storia della disinfezione postale: le lettere considerate un veicolo di contagio venivano aperte e disinfettate anche all’interno con violazione del segreto epistolare.
Nella quarta parte si affrontano, tra gli altri argomenti, la persistente crisi del Ssn, la difficoltà di accesso alle cure per chi ricco non è, la storia della professione infermieristica, la medicina narrata dalla letteratura, che aiuta a colmare il divario tra l’obiettività di “avere una malattia” e la soggettività dell’“essere malato”.
Paola Stefanucci
PER ACQUISTARE IL LIBRO:
“Medicina e filosofia. Saggi di storia biomedica e sociosanitaria (1994-2024)” di Giorgio Cosmacini
Pantarei, Sesto San Giovanni (Milano), 2025, pp. 254, euro 25,00