In molte sedi universitarie si è aperto il confronto/informazione per gli studenti delle scuole superiori per una verifica dell’orientamento ai corsi di laurea per le future matricole. Tra le decine di banchetti allestiti da facoltà e collegi e in alcuni casi da “open day” specifici, mancano quelli dedicati alla facoltà di medicina.
La riforma è stata approvata a marzo 2025 e dovrebbe entrare in vigore già a partire dal prossimo anno accademico (2025-2026). Il ministro Anna Maria Bernini ha dichiarato che entro fine maggio arriveranno i decreti attuativi che chiariranno modalità, tempistiche e tutte le altre questioni legate all’accesso, che per ora non sono ancora state ben definite. Una riforma fortemente voluta ma ancora in fieri, ma che avrebbe eliminato il test d’ingresso sostituendolo con una selezione prevista al termine del primo semestre. Al termine del semestre, gli studenti sosterranno esami su materie scientifiche fondamentali. I risultati determineranno l’accesso al secondo semestre attraverso una graduatoria nazionale.
Secondo indiscrezioni che circolano al ministero dell’Università e della Ricerca, la riforma voluta da Anna Maria Bernini prevede tre esami scritti di quarantacinque minuti l’uno, da completare uno dietro l’altro, in contemporanea in tutte le facoltà d’Italia. L’esame sarebbe formulato mediante 31 domande per ogni disciplina, di cui 21 a risposta multipla e 10 in «modalità a completamento», in cui il compito consiste nell’inserire la parola mancante per completare la frase. Ogni risposta esatta varrà un punto, quella sbagliata fa perdere un quarto di punto (-0,25), la risposta non data vale zero.
In pratica i famigerati quiz del passato, usciti dalla porta della Gelmini, rientrano di fatto dalla finestra del Ministero. La novità consisterebbe solamente che l’ingresso a medicina sia stato rinviato di sei mesi. L’ammissione al secondo semestre dipenderà, dai risultati di questi “esami” specifici e dalla posizione in una graduatoria basata sui crediti ottenuti.
Chi non prosegue potrà comunque usare i crediti acquisiti per altri percorsi formativi. In questo modo, il lavoro svolto non andrà perduto e gli studenti potranno continuare la loro formazione in ambiti correlati o in altre discipline di loro interesse.
All’atto di iscrizione, al primo semestre, gli studenti dovranno anche indicare le sedi – almeno cinque – alle quali intendono iscriversi a gennaio se avranno ottenuto una posizione utile in graduatoria. Il semestre potrà essere “tentato” per un massimo di 3 volte. Ma la rinuncia alla votazione conseguita negli esami di profitto andrà esplicitata prima che si formi la graduatoria nazionale.
Il Mur, con il via libera da parte del Consiglio dei ministri, ha confermato che le materie con cui gli studenti inizieranno il percorso a medicina dovranno riguardare chimica, fisica e biologia. L’obiettivo sarebbe quello di formare 30mila nuovi medici nei prossimi sette anni e migliorare l’orientamento in ambito medico-sanitario già durante le superiori.
Tuttavia sussistono diverse perplessità. La Crui in una nota ha affermato che “l’ingresso di 40-60mila candidati in più è semplicemente impensabile”, e che “le risorse attuali, già insufficienti per gli attuali 20mila studenti, non possono coprire un aumento così consistente”. Non è da escludere che nel primo semestre entrino in gioco anche le università telematiche.
Per il 2025-’26 nulla è però cambiato per l’accesso a medicina negli atenei privati che hanno già definito date dei test e hanno, anche in molti, iniziato a farli, come l’Università San Raffaele di Milano, a marzo ed aprile, l’Humanitas a febbraio, il Campus Bio-Medico, a gennaio e febbraio, la Cattolica a fine marzo.
Claudio Testuzza