Aumenti economici e maggiore flessibilità sono i due punti essenziali del nuovo Accordo collettivo nazionale della medicina generale, firmato stamattina da Sisac e dai sindacati Fimmg e Fmt.
L’Acn appena siglato, precisa Fimmg in una nota, riconosce un incremento complessivo vicino al 6 per cento, mettendo in campo circa 300 milioni di euro annui. Circa il 70 per cento dell’aumento è destinato alle quote fisse capitarie e orarie, mentre il restante 30 per cento confluisce in un fondo per le attività delle Aft, erogato ai medici in base al raggiungimento di obiettivi.
La trattativa lampo, che in sole tre settimane ha portato alla firma, ha riguardato l’Acn, retroattivo per la parte economica, per il triennio 2022–2024. L’accordo permette il recupero dell’arretrato, compresi 150 milioni di contribuzione previdenziale. I soldi, comunque, con ogni probabilità non arriveranno materialmente quest’anno, ma nel 2026, poiché dopo la firma di oggi saranno necessari vari passaggi tecnici che culmineranno con la ratifica da parte della Conferenza Stato-Regioni. Solo da quel momento scatteranno i 60 giorni di tempo entro i quali, da regola, dovranno essere versati gli arretrati.
L’obiettivo di una chiusura in tempi contenuti era stata auspicata da Fimmg all’inizio del confronto, “per poter procedere con il nuovo Atto di indirizzo e, entro giugno, siglare anche l’Acn del triennio successivo”, aveva commentato il segretario generale Silvestro Scotti.
“Serve immediatamente il nuovo atto di indirizzo – ha aggiunto Scotti a margine della firma – ma non solo: serve un’immediata iniezione di risorse economiche nella legge di bilancio che dimostri attenzione e fiducia verso il personale convenzionato da parte del governo e del ministero della Salute. Risorse irrinunciabili se si vuole generare carburante per far correre la nostra organizzazione, il personale di studio, le dotazioni strumentali di cui non possiamo più fare a meno”.
Antioco Fois







