La cardiologia del futuro è già qui. L’innovazione tecnologica sta rivoluzionando questo campo medico, tra ricerca accademica e soluzioni all’avanguardia già in atto, anche in Italia.
Partiamo dai digital twin, “gemelli digitali”, modelli matematici avanzati che riproducono con fedeltà l’attività elettrica del cuore: creati a partire da dati clinici individuali (come Ecg e immagini diagnostiche) e potenziati da algoritmi di machine learning, questi modelli permettono di simulare il funzionamento cardiaco in modo estremamente personalizzato.
Come racconta questo articolo sul sito di Tech2Doc, un team di ricercatori britannici, in collaborazione con istituti come il King’s College e l’Imperial College di Londra, ha creato oltre 3.800 repliche virtuali del cuore per studiare l’influenza di fattori come età, sesso e stile di vita sull’elettrofisiologia cardiaca. Lo studio, pubblicato su Nature Cardiovascular Research, apre la strada a diagnosi più accurate e terapie su misura grazie all’impiego dei digital twin.
Oltre a far emergere segnali nascosti e alterazioni non evidenti all’Ecg tradizionale, questi modelli digitali permettono di effettuare simulazioni predittive e possono diventare strumenti chiave nella prevenzione di aritmie in soggetti a rischio, pianificazione di interventi cardiologici, valutazione della sicurezza di farmaci.
In Italia, l’Irccs del Policlinico San Matteo di Pavia con la sua Unità di cardiologia traslazionale lavora in questa direzione: il centro sviluppa da anni modelli computazionali per la stratificazione del rischio clinico. Tra i progetti più rilevanti, un algoritmo predittivo per la sindrome del QT lungo e un modello per stimare la mortalità nei pazienti con Covid-19, che dimostrano come l’analisi di grandi volumi di dati possa personalizzare il follow-up terapeutico e avvicinare la pratica clinica a una vera cardiologia di precisione.
Ma la trasformazione della cardiologia passa anche dall’ingresso dell’Intelligenza artificiale in sala operatoria.
Al Policlinico Gemelli di Roma, l’intelligenza artificiale è stata integrata nel contesto della chirurgia vascolare, una delle specialità più complesse e a rischio di instabilità emodinamica, dove l’adozione di sistemi di monitoraggio potenziati con algoritmi predittivi ha portato a una drastica riduzione degli eventi critici intraoperatori. L’impatto di questa tecnologia è stato notevole: nei casi di aneurisma, la probabilità di instabilità emodinamica si è ridotta di oltre il 65 per cento. Maggiori approfondimenti sono disponibili in questo articolo.
E sempre in ambito della medicina cardiovascolare, l’innovazione tecnologica ha consentito di raggiungere un altro traguardo: un pacemaker senza fili.
L’impianto di un dispositivo di questo tipo è stato recentemente eseguito all’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. L’intervento, effettuato su un paziente di 75 anni ricoverato nell’Unità operativa di cardiologia, rappresenta un progresso significativo nella gestione di pazienti con problematiche legate al sistema elettrico cardiaco. Ne parla questo approfondimento su Tech2Doc.
Il pacemaker tradizionale, sebbene efficace, può presentare complicazioni nei casi in cui i fili vadano incontro a infezioni gravi e non sia possibile sostituirli. Il nuovo dispositivo rappresenta una valida alternativa: è più piccolo e viene impiantato direttamente nel cuore, eliminando la necessità di fili e riducendo i rischi di infezione. Tra i suoi vantaggi, una maggiore durata della batteria, la possibilità di rimuoverla una volta esaurita e funzioni intelligenti che permettono una stimolazione più naturale e adattabile.
Claudia Torrisi