Avvolta dal mistero, la tubercolosi miete milioni di vittime in tutto il globo per millenni. Finché il 24 marzo 1882, nell’angusta sala di lettura dell’Istituto di Igiene di Berlino, il futuro premio Nobel (1905) Robert Koch svela ai colleghi presenti – tra cui Rudolf Wirchow e Paul Ehrlich – il Mycobacterium tubercolosis, causa della letale malattia.
Che da allora sarà più noto con il suo patronimico “bacillo di Koch”, in onore del medico tedesco suo scopritore.
Il “mal sottile” per secoli contagia le arti, tutte dalla letteratura al teatro, dall’architettura (soprattutto sanatoriale) alla numismatica.
È il protagonista, tra le altre, di due immense opere letterarie: “La montagna incantata” di Thomas Mann e “Diceria dell’untore” del siciliano Gesualdo Bufalino. Segna il destino di Mimì nella Bohème di Puccini e di Violetta nella Traviata di Verdi, sulla ribalta dell’opera lirica.
Oltre a descrivere le (infinite) relazioni tra arte e tubercolosi, l’Autore, tisiologo, racconta la storia sanitaria e sociale della malattia tubercolare che detiene un primato drammatico: ha ucciso più di qualsiasi altra malattia infettiva e, ancora oggi, è la decima causa di morte nel mondo.
In buona parte il libro è dedicato ai luoghi e alle personalità più emblematiche dell’assistenza antitubercolare nella sua Palermo, l’amatissima città natale di Mario Spatafora, dove ha insegnato Pneumologia all’Università.
Con particolare riferimento temporale al periodo compreso tra l’inizio del XX secolo e il secondo dopoguerra, allorché l’avvento dei chemio-antibiotici e la diffusione dei vaccini antitubercolari mutarono il paesaggio sanitario.
Il gotha dei palermitani illustri del tempo annovera Enrico Albanese, chirurgo amico e medico di fiducia di Garibaldi, Vincenzo Cervello, tisiologo filantropo creatore del secondo sanatorio popolare italiano, Ignazio Florio junior – ultimo esponente di una celebre dinastia imprenditoriale – e sua sorella Giulia, principessa di Trabia, Maurizio Ascoli, eroe di guerra e insigne patologo medico, estromesso dall’università panormita nel ’38 in quanto ebreo.
Tra le vittime illustri della tubercolosi ricordate nell’opera vi sono, tra gli altri, Leopardi, Modigliani, Paganini, Molière, Nino Manfredi e, quest’anno, papa Francesco.
Paola Stefanucci
PER ACQUISTARE IL LIBRO
Tubercolosi a Palermo. La storia, i luoghi, i personaggi di Mario Spatafora
Kalos, Palermo, 2025, pp.344, euro 40,00