Storie di solidarietà attiva, concreta e “contagiosa”, pervadono le pagine di questo libro, scritto con una notevole dose di (auto)ironia e carico di umanità. Una solidarietà che non cerca medaglie né elogi, pur meritandoli, ma restituisce il sorriso e la speranza ai meno fortunati, agli “ultimi tra gli ultimi”,
L’Autore, classe ’64, è figlio d’arte (padre medico) angiologo operativo presso l’ospedale capitolino San Giovanni Addolorata, affetto da “mal d’Africa” , appassionato e diplomato in elettrotecnica che applica, annoverato tra i pionieri, alla telemedicina .
Michelangelo Bartolo è fondatore della ‘Global health telemedicine’, (ente del terzo settore a cui collaborano oltre 150 medici italiani) collegato con 51 centri sanitari di 16 Paesi africani e cooperante internazionale nell’ambito del programma ‘Dream’ della Comunità di Sant’Egidio.
Nel suo continuo andar su e giù per il Continente africano, il dottor Batolo in missione nel Benin incontra Grégoire Ahongbonon, il camilliano ormai noto con l’appellativo di ‘Basaglia d’Africa’. Parliamo dell’uomo che ha liberato migliaia di malati mentali legati con ceppi e catene ai margini di tanti villaggi.
Il filantropo e il telemedico, accompagnato dall’elettrofisiologo Adriano, aprono il primo servizio di telemedicina destinato alle malattie mentali – ma non solo – nel Benin e lo intitolano alla memoria del giovane Stefano Chiaretti, nipote della signora Beatrice, finanziatrice dell’intero progetto.
Tutto ciò è narrato qui, insieme a tante altre “avventure” umanitarie. Soprattutto, vi invitiamo, commossi, a leggere il racconto della brevissima vita del piccolo Gnoumà.
L’introduzione al testo è di Giuseppe Quintavalle, psichiatra, direttore generale dell’Asl Roma 1, mentre la postfazione è di Lorena Poldrugo, presidente di Etna, progetto di etnopsicologia analitica.
Paola Stefanucci
PER ACQUISTARE IL LIBRO
Matti d’Africa. Appunti di viaggio di un medico digitale di Michelangelo Bartolo
Infinito Edizioni, Formigine (Modena), 2025, pp. 124, euro 15,00