Che cosa rende (più) umana la medicina? La relazione tra chi (si prende) cura e chi viene curato.
Con franchezza e uno stile confidenziale volutamente semplice, Matteo Bassetti racconta il valore imprescindibile dell’empatia, ancora negletta, nella pratica medica.
L’autore del libro, docente di malattie infettive all’Università di Genova e, nel ruolo che fu di suo padre Dante, direttore della Clinica malattie dell’ospedale policlinico San Martino nella città della Lanterna, fa il suo racconto anche attraverso il ricordo della malattia e della perdita dei genitori e la sua personale esperienza di paziente.
Anche nell’era della medicina ipertecnologica, l’empatia è determinante ai fini (dell’aderenza e) del successo terapeutico.
L’empatia è spontanea. Eppure, si può coltivare tramite l’esempio, l’educazione e la formazione. L’empatia è fondamentale per l’alleanza terapeutica.
Perché non si insegna ai futuri medici italiani all’università? Negli Stati Uniti lo fanno già e non solo in ambito sanitario. Numerosi e acclarati studi scientifici dimostrano che le soft skills (ovvero competenze trasversali: capacità comunicativa, lavoro di squadra…) migliorano i risultati clinici.
Un medico dotato delle migliori hard skills (competenze tecniche) se manca di qualità umane – assistenza, cura, amore, dedizione, ascolto – non sarà efficace quanto un medico capace ed empatico, sottolinea Bassetti.
Nel libro c’è un singolare capitolo dedicato all’attuale giuramento di Ippocrate, commentato e confrontato con quello antico, del IV secolo avanti Cristo. E uno, più intimo, che riporta alcuni colloqui dell’autore con il frate Luca Maria Bucci. Argomento: “Empatia, medicina e fede”.
Paola Stefanucci
PER ACQUISTARE IL LIBRO:
Essere medico. Come l’empatia aiuta a guarire. Matteo Bassetti
Piemme, Milano, 2025, pp. 144, euro 18,90