L’Arte è (considerata) da sempre il nutrimento dell’anima.
Vittorino Andreoli, in questo suo libro, indaga la relazione reciproca, e millenaria, tra “arte” e “psiche”: “Due parole piene di fascino”.
Nell’antichità si riteneva che le arti avessero una genesi divina, sebbene fosse un uomo, e non un dio, a dedicarsi ad esse.
Bisognerà attendere secoli per giungere alla conclusione che l’arte è, indiscutibilmente, espressione (ed opera) delle funzioni superiori umane e la psiche una funzione che regola il nostro comportamento.
Vittorino Andreoli ce lo illustra attraverso la lezione dei grandi maestri, da Karl Jaspers a Hanz Prinzhorn, da Carl Gustav Jung a Jacques Lacan fino a giungere alle odierne neuroscienze.
Fu Wilhelm Wundt nel 1879 a Lipsia ad aprire il primo laboratorio di psicologia sperimentale della storia dell’umanità. Mentre la psichiatria nasce circa cent’anni prima, nel 1793, allorché Philippe Pinel nell’ospedale parigino Bicêtre rivoluziona l’approccio alla malattia mentale.
Oggi sappiamo che l’arte, certo, dipende da noi e che la psiche rimanda alla nostra personalità e alle funzioni biologiche del cervello.
E qui si apre un nuovo interrogativo (e un altro libro, un’altra storia): follia e bellezza sono compatibili? Un “matto” può essere un artista?
Nel 1959 Vittorino Andreoli mette piede per la prima volta in un manicomio – il San Giacomo della Tomba, a Verona – ancora studente universitario.
Alcuni pazienti trascorrevano le giornate tra pennelli e colori nell’atelier di pittura, organizzato dallo scultore scozzese Michael Noble con la moglie, contessa Ida Pozzi Borletti e lo psichiatra Mario Marini.
Il direttore dell’ospedale psichiatrico, Cherubino Trabucchi, propone al giovane Vittorino di occuparsene.
Tra quelle mura, Andreoli incontra tra gli internati Carlo Zinelli (1916-1974) schizofrenico ormai grave, che tuttavia sarà annoverato tra i massimi esponenti dell’art brut insieme a Jean Dubuffet , Adolf Wölfli e Aloïse Corbaz.
Di Carlo Zinelli si può leggere ancora nella postfazione, scritta dal pronipote, Simone, che racconta l’avvincente storia dei lasciti dell’artista e della nascita della fondazione a lui intitolata. SI può inoltre leggere del ruolo determinante di “talent scout” dello psichiatra Vittorino Andreoli, nella sua vicenda umana e artistica.
Paola Stefanucci
PER ACQUISTARE IL LIBRO
Arte e Psiche di Vittorino Andreoli
Low Edizioni, Piacenza, 2024, pp. 200, euro 19,00