Buone notizie per i medici che si sono ritrovati dei contributi previdenziali erroneamente versati all’Inps anziché all’Enpam.
Il ministero del Lavoro ha infatti chiarito che quei contributi devono essere trasferiti all’ente corretto, senza costringere il contribuente a una defatigante richiesta di rimborso all’Inps, con il rischio poi di vedersi anche sanzionato dall’Enpam per l’omesso versamento.
Proprio per evitare questo corto circuito kafkiano, già la legge 388 del 2000 (articolo 116, comma 20) ha previsto che “il pagamento della contribuzione previdenziale, effettuato in buona fede ad un Ente previdenziale pubblico diverso dal titolare, ha effetto liberatorio nei confronti del contribuente. Conseguentemente, l’Ente che ha ricevuto il pagamento dovrà provvedere al trasferimento delle somme incassate, senza aggravio di interessi, all’Ente titolare della contribuzione.”
Pur essendo la norma già molto chiara, l’Inps ha più volte manifestato resistenza, tanto che ci sono medici, come il presidente dell’Ordine di Aosta Roberto Rosset, che sono stati costretti a ricorrere al tribunale per vedersi riconosciuti i propri diritti. La sentenza è stata confermata anche dalla Corte d’appello di Torino.
Il ministero del Lavoro, in una nota datata 14 aprile 2025, ha specificato che i contributi previdenziali incassati vanno trasferiti per intero: non solo, cioè, la quota a carico del professionista/collaboratore ma anche l’eventuale quota a carico del committente/datore di lavoro.
Quest’erroneo versamento di contributi previdenziali si è verificato spesso in passato, soprattutto per incarichi inquadrati come collaborazioni coordinate e continuative (ad esempio come direttore di distretto). Ma la situazione si è riproposta anche più recentemente in epoca Covid, quando le Asl sono state autorizzate a stipulare co.co.co. con medici, anche specializzandi, per far fronte all’emergenza.
Ora i contributi che le aziende sanitarie hanno versato erroneamente all’Inps potranno essere trasferiti all’Enpam, che li valorizzerà per aumentare la pensione dei contribuenti.
Secondo il ministero questo trasferimento riguarda i contributi erroneamente versati all’Inps a partire dal 1° gennaio 2001, senza che ci sia un termine di prescrizione per fare richiesta.
Tuttavia i contributi verranno trasferiti senza rivalutazione. In pratica, chi ha subito uno sbaglio di ente, è come se in tutti questi anni avesse fatto un prestito all’Inps a interessi zero.