È stato presentato ieri mattina, nella sala della Lupa della Camera dei deputati, il XV rapporto Adepp sulla previdenza privata, che fotografa l’evoluzione del sistema delle casse professionali italiane, evidenziandone solidità, trasformazioni demografiche e strategie di investimento.
“La storia delle casse è una storia di successo – ha dichiarato il presidente Adepp, Alberto Oliveti – in 30 anni nessuna cassa del lavoro autonomo è mai fallita, il patrimonio è cresciuto e gli enti hanno rispettato il patto implicito con i loro iscritti, pagando pensioni e assistenza. Le casse hanno portato enorme beneficio anche al sistema pubblico con gli investimenti nell’economia reale e il contributo alla fiscalità generale, cioè con le tasse che gli enti pagano. Vogliamo continuare a essere una storia di successo, in un mondo che cambia”.
Secondo il report, gli iscritti alle casse di previdenza sfiorano 1 milione e 700 mila unità, di cui circa 1 milione rappresentato da liberi professionisti. Il rapporto mette in evidenza due grandi trend.
SEMPRE PIÙ PENSIONATI IN ATTIVITÀ
Il primo è la crescita dei pensionati attivi, chiara espressione della silver economy: alcune casse registrano percentuali superiori al 50 per cento di iscritti in quiescenza che continuano a lavorare. La fascia di età compresa tra i 60 ed i 70 anni, che nel 2005 rappresentava il 7,2 per cento del totale, ha raggiunto il 17,5per cento nel 2024. Un dato che conferma come la silver economy sia ormai una dimensione strutturale, con effetti diretti sulla sostenibilità previdenziale e sulle dinamiche del mercato professionale.
CROLLO DEMOGRAFICO SENZA FINE
Il secondo tema riguarda il cambiamento demografico: la percentuale di professionisti over 60 è quasi raddoppiata negli ultimi 19 anni, mentre gli under 40, che nel 2005 costituivano quasi il 41 per cento degli iscritti, sono scesi progressivamente fino a 27,7 punti percentuali nel 2024.
“L’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite sono evidenti anche nei numeri”, ha commentato Oliveti, sottolineando il ruolo delle università nella trasmissione delle opportunità della libera professione e della cultura previdenziale.
PATRIMONIO RADDOPPIATO IN 10 ANNI
Sul fronte patrimoniale, il rapporto evidenzia come il patrimonio aggregato degli enti previdenziali privati sia quasi raddoppiato dal 2013 al 2025, passando da 65,6 miliardi a 125,1 miliardi di euro, con una crescita media annua del 6 per cento, sostenuta da un saldo previdenziale positivo pari a 440 miliardi di euro e da rendimenti netti medi annui del 2,3 per cento.
A fine 2024, i fondi di investimento mobiliari rappresentano il 29,5 per cento del patrimonio, seguiti da altri fondi di investimento al 24,3 per cento e dai titoli di Stato al 16,6 per cento.
La quota di immobili direttamente posseduti è scesa dal 17,6 per cento del 2013 al 2 per cento del 2024, mentre i fondi immobiliari sono cresciuti dall’11,3 al 13,4 per cento, con partecipazioni in società immobiliari stabili intorno allo 0,5 per cento.
“Il nostro è un approccio prudente che bilancia rendimento e sicurezza” ha ribadito Oliveti.
PENALIZZATI DA DOPPIA TASSAZIONE
Ampio spazio è dedicato anche alla fiscalità applicata.
Il presidente Adepp ha ricordato la richiesta di una riduzione dell’aliquota sulle rendite da investimenti dal 26 al 20 per cento, evidenziando come il patrimonio derivi da contributi destinati a garantire prestazioni che sono già assoggettate alla fiscalità.
Nel 2024, il 38 per cento degli investimenti delle casse è localizzato in Italia, quota che sale al 45 per cento includendo liquidità e polizze assicurative.
Nel dettaglio, sono italiani l’84 per cento delle azioni, il 75 per cento dei titoli di Stato e il 59 per cento degli altri fondi di investimento, mentre gli immobili direttamente posseduti restano interamente nel Paese, confermando il forte sostegno delle Casse all’economia reale nazionale.






